Banca Etica e il banchiere ambulante: nuove soluzioni di microfinanza per il Mezzogiorno

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Intervista a Daniela Freda, Responsabile Culturale Area Sud Banca Popolare Etica (BPE)

Nel pomeriggio del 14 Gennaio, Banca Popolare Etica (BPE) ha inaugurato ad Avellino il nuovo Ufficio del banchiere ambulante per le province di Caserta, Salerno, Benevento e Avellino. Un evento aperto a tutti, un momento di ritrovo con soci e clienti della banca nata a Padova. Il Center for Economic Development (CED) c’era, e ha voluto raccogliere in un’intervista le impressioni di una delle risorse principali di BPE che hanno consentito di raggiungere questo importante traguardo.

 

D.1: Daniela Freda, Banca Popolare Etica ha rafforzato la sua presenza al Sud Italia con gli uffici dei due nuovi banchieri ambulanti in Campania ed in Basilicata. Un risultato importante per una banca giovane, nata dal basso e orientata alla finanza etica. Qual è il punto di forza di questa banca?

Uno dei punti di forza di Banca Etica risiede nel fatto che utilizziamo quasi tutto il denaro che i risparmiatori ci affidano per erogare credito in favore di imprese e famiglie, e che lo stesso non viene utilizzato per compiere operazioni speculative e altamente rischiose. La filiera del denaro è interamente tracciata: rendiamo puntualmente conto ai nostri risparmiatori di come utilizziamo le risorse che ci vengono affidate e pubblichiamo sul nostro sito internet tutti i finanziamenti erogati alle imprese e alle organizzazioni.

Un altro punto di forza risiede nella partecipazione attiva dei soci alla vita della banca: i soci, infatti, promuovono sul territorio i principi della finanza etica, raccolgono le istanze e le necessità che il territorio esprime, e partecipano all’intero processo del credito attraverso una valutazione sociale e ambientale delle realtà finanziate dalla banca.

 

D.2: Dott.ssa Freda, da due anni si occupa di microcredito in provincia di Avellino. Che risposta stanno dando il territorio irpino, la Campania e il Sud? Quali difficoltà sono emerse?

La risposta – per quanto riguarda la provincia di Avellino – è stata importante. Abbiamo ricevuto oltre 700 domande di accesso al fondo microcredito, sia da parte di imprese esistenti, che da aspiranti imprenditori. Tra le maggiori difficoltà c’è stata l’impossibilità in alcuni casi di accogliere la richiesta, in quanto le fragilità erano tali da non poter essere risolte con un nostro intervento erogando un ulteriore credito.

Altre difficoltà si sono presentate nel finanziamento alle start-up, poiché i piani d’impresa elaborati dai consulenti risultavano lontani dal contesto economico in cui avrebbe operato l’impresa stessa. Questi piani, in sintesi, redatti sulla base di semplici statistiche nazionali, non tenevano conto della specificità dei territori.

 

D.3: Qual è la strategia che ha portato Banca Popolare Etica a scegliere Avellino come sede del nuovo ufficio del banchiere ambulante?

Il banchiere ambulante opererà in tutta la regione, salvo la provincia di Napoli, dov’è già presente la filiale. Avellino, quindi, è stata scelta per una localizzazione strategica rispetto al territorio di riferimento. Al contempo, negli ultimi due anni proprio la gestione della convenzione microcredito con la CCIAA di Avellino ha facilitato un aumento considerevole di clienti, comportando un’esigenza di maggiore vicinanza a queste imprese.

 

D.4: Qual è lo stato dell’arte del microcredito in Italia e al sud in particolare? Come viene percepito dalle start-up e dalle PMI?

I cambiamenti normativi intervenuti alla fine del 2014, hanno determinato un chiarimento su cos’è e a chi è rivolto il microcredito. La possibilità di attingere alla garanzia del fondo dello Stato ha rappresentato un’utile e ulteriore occasione per crescere in questo ambito; al contempo, di fatto le lungaggini burocratiche che caratterizzano la definizione di convenzioni che rispettino i canoni normativi hanno sostanzialmente rallentato la nascita di esperienze per il settore. Banca Etica è l’unica banca ad avere un’esperienza nel microcredito sin dalla sua nascita. L’adesione al fondo del governo ci consentirà di incrementare ulteriormente questo tipo di sostegno alla micro e piccola impresa.

 

D.5: Il Decreto salva banche è scaturito dalla crisi di quattro banche sull’orlo della bancarotta, a danno di migliaia di risparmiatori. Una manovra dal valore di 3.6 miliardi di euro, provenienti da soldi non pubblici. È stato creato il Fondo di Risoluzione composto da contributi di tutte le banche italiane, tra cui Banca Popolare Etica. Se però da un lato i soldi delle banche hanno la garanzia della Cassa depositi e prestiti in caso di inadempimento, dall’altro lato i danneggiati rimangono i clienti, in particolare gli azionisti e coloro che avevano sottoscritto i Bond subordinati con alto livello di rischio. Qual è stata la reazione dei vostri risparmiatori e dei vostri soci?

I nostri risparmiatori sanno che la loro banca è solida e ha un livello di sofferenze notevolmente inferiore rispetto alla media delle banche italiane, pur basando tutto il suo operato sulla erogazione del credito. Abbiamo ricevuto molte richieste di chiarimenti su cosa fosse accaduto e sul funzionamento del bail-in, molte di queste richieste sono venute proprio da clienti di altri istituti di credito che iniziano a porsi domande circa l’utilizzo del loro denaro e la sicurezza nell’averlo depositato presso una banca. Personalmente da anni partecipo a incontri con lo scopo di spiegare, in maniera semplice e comprensibile a tutti, quello che accade nel mondo della finanza. Sono convinta che siano necessarie informazione e consapevolezza per poter effettuare responsabilmente le proprie scelte.

 

D.6: A fronte di avvenimenti così delicati, BPE può dare qualche sicurezza in più?

Banca Etica aderisce, come tutte le banche italiane, al fondo di tutela dei depositi che garantisce i risparmiatori sino a 100.000 euro; ma a prescindere da questo, la tranquillità dei nostri risparmiatori viene da due aspetti fondamentali: abbiamo un livello di sofferenze pari a ¼ della media del sistema bancario, e un coefficiente di solidità patrimoniale molto al di sopra del minimo previsto per legge. Fare finanza etica per noi, quindi, paga non solo perché stiamo sostenendo con forza le famiglie e le imprese dei nostri territori, ma anche perché riusciamo a farlo senza mettere in pericolo la solidità della banca e di conseguenza i risparmi dei nostri clienti e soci.

 

D.7: Anche alla luce di questa situazione, come si pone Banca Popolare Etica rispetto alle altre banche?

Ci auspichiamo di poter contagiare il sistema. Abbiamo dimostrato che una finanza eticamente orientata è possibile e sostenibile. Ci auguriamo che la crescente consapevolezza da parte dei cittadini possa imporre agli altri istituti di credito scelte diverse. Al di là delle scelte normative, ognuno di noi può esercitare il c.d. voto col portafoglio che ritengo essere il più potente strumento di cambiamento economico e sociale.

 

D.8: Nel libro “Ho sognato una banca: dieci anni sulla strada di Banca Etica”, Fabio Salviato scrive: “Dal 2006 si parla già di unire gli sforzi per creare un’unica grande banca etica di respiro europeo. Una rete delle reti, che replichi il modello di Banca Popolare Etica, basato sul coinvolgimento dal basso di associazioni, movimenti, cooperative e lo rilanci a livello internazionale.”. Lei crede sia possibile una conversione delle altre banche verso la finanza etica e non speculativa? Può davvero essere questa la rotta da seguire per la finanza del domani, come segnalato da molti esperti soprattutto nelle ultime settimane di turbolenze che hanno colpito in pieno questo settore?

La riconversione da lei ventilata non può che nascere da un diverso comportamento da parte dei “consumatori” delle banche. I veri cambiamenti partono dal basso, e con il nostro comportamento possiamo di certo ottenere un cambiamento da parte del sistema bancario. Non a caso sono sorti dei movimenti i cui slogan sono “we are 99%” e “move your money”; ovviamente, allo stesso tempo sarebbero auspicabili interventi normativi volti a tassare pesantemente la speculazione finanziaria e a distinguere le banche commerciali da quelle d’affari.

La nostra consapevolezza, in questo caso, sarebbe più facilmente orientabile e la nostra responsabilità esercitabile con più chiarezza.

 

Per approfondire

  • Banca Popolare Etica
  • Fabio Salviato, Mauro Meggiolaro, Ho sognato una banca: Dieci anni sulla strada di Banca Etica, Feltrinelli, 2010.

About Carla Piacente

Customer Service per un'azienda della sharing economy nel settore dell'accoglienza turistica. Laureata in Scienze del Turismo Indirizzo manageriale, con una tesi in diritto ambientale sull’efficientamento energetico, lavora nel campo dello sharing hosting. Ha collaborato nell’area amministrativa del CED e come stagista del Progetto Microcredito al Rione Sanità

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