A pochi mesi dalla pubblicazione de “Il denaro, il debito e la doppia crisi spiegati ai nostri nipoti “ si è spento a 88 anni il professore emerito di sociologia presso l’Università di Torino, Luciano Gallino. Il titolo del suo ultimo libro suona come un testamento lasciato alle generazioni future; quelle stesse generazioni a cui si rivolge il rapporto Brundtland immaginando lo sviluppo sostenibile: «Lo sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni» (WCED 1987).
È presso la famosa impresa piemontese Olivetti, leader nella produzione di macchine da scrivere e componentistica elettronica, che il sociologo ha iniziato la sua carriera nelle vesti di collaboratore dell’Ufficio Studi Relazioni Sociali negli anni Cinquanta, esperienza che ha ispirato e segnato il suo percorso. L’interesse per la responsabilità sociale d’impresa (RSI), l’innovazione tecnologica e la trasformazione dei rapporti lavorativi e la formazione ha indirizzato gli studi di Gallino. Le illuminanti pubblicazioni hanno donato continuità alla prospettiva avanguardista della Olivetti, che resta l’impresa italiana che per prima ha dimostrato la sostenibilità dello sviluppo tecnologico e, più in generale, l’innovazione imprenditoriale quando affiancati al miglioramento della qualità della vita del capitale umano.
Il pensiero di Gallino prende forma nell’ottica della promozione di nuove forme di progresso, attraverso un’attenta analisi delle dinamiche economiche e sociali contemporanee; lo scopo è espresso con chiarezza ne “Il denaro, il debito e la doppia crisi spiegata ai nostri nipoti”:
«Quel che vorrei provare a raccontarvi, cari nipoti, è per certi versi la storia di una sconfitta politica, sociale, morale […] Abbiamo visto scomparire due idee e relative pratiche che giudicavamo fondamentali: l’idea di uguaglianza, e quella di pensiero critico».
Le risultanti della sconfitta, alimentate dall’inefficacia dell’azione politica, hanno quindi destabilizzato il sistema di valori, producendo una doppia crisi multiproblematica: la crisi del capitalismo e quella dell’ecologismo. L’abbandono del principio di uguaglianza è stato considerato e analizzato in diversi interventi e articoli accademici del professore, come in “Disuguaglianze globali: come si producono”:
«Attraverso una miriade di canali di comunicazione, il mondo ha acquisito una consapevolezza delle disuguaglianze che alcuni decenni addietro non esisteva» (Gallino).
In difesa del comune senso di uguaglianza, le osservazioni di Gallino si sono orientate allo studio di fenomeni quali la globalizzazione come libera circolazione di merci, capitali e persone, la deregolamentazione e la finanza speculativa. In particolare, è stato osservato il loro impatto in termini di costi sociali tradotto nelle recenti crisi finanziarie e nella crisi occupazionale che attraversiamo; non da meno, sono stati sottolineati gli effetti catastrofici e i costi ambientali in termini di impronta ecologica. Dagli studi di Gallino emerge, infine, un’aperta condanna alle logiche aziendali che hanno creato e alimentato un mercato specifico attorno alla reportistica di sostenibilità:
«La RSI è divenuta un’industria che cede certificazioni alle imprese che appaiono socialmente responsabili» (Gallino 2004).
A confermare il valore dell’analisi e la poliedricità dei temi affrontati dal sociologo torinese contribuisce il commento sul rapporto tra tecnologie e formazione, rea di aver generato la “tecno-ignoranza”, termine lucidamente descritto dal caso dell’utilizzo dei CFC- clorofluorocarburi nell’industria, composti utilizzati come refrigeranti sin dal 1930. Come afferma in “Tecnologie di massa e ignoranza nella società della conoscenza”:
«Ancora quarant’anni dopo, nessun esperto (con poche inascoltate eccezioni) sapeva che essi stavano provocando un notevole assottigliamento dello strato dell’ozono. Avrebbero potuto scoprirlo, già con i mezzi di allora, ma essi non sapevano di non sapere che un possibile effetto della diffusione nella stratosfera dei CFC era un danno all’ozono presente nell’atmosfera. La scoperta a posteriori di questo effetto, ovvero il suo riconoscimento consensuale da parte della comunità scientifica, avvenne a metà degli anni ’70» .
Per queste ragioni andrebbero poco a poco diffuse tecnologie di massa di ogni tipo, genere e settore, per evitare che diventino “mali pubblici globali” invece che condivisi quali “beni pubblici globali” (radio tecnologie e biotecnologie).
La puntuale visione del quadro mondiale conduce a doverosi ripensamenti del sistema economico nel suo complesso, che vanno affrontati in coerenza con i concetti di sostenibilità e progresso della società. In questo, la visione innovativa di Gallino, e la sua lucida interpretazione della realtà, costituiscono un grande lascito per le future generazioni.
Letture consigliate
- Gallino, Il denaro, il debito e la doppia crisi spiegati ai nostri nipoti, Einaudi, 2015;
- Gallino, Finanzcapitalismo, Einaudi, 2013;
- Gallino, L’impresa responsabile. Un’intervista su Adriano Olivetti, Edizioni Comunità, 2011;
- Gallino, L’impresa irresponsabile, Einaudi, 2009;
- Gallino, Globalizzazione e disuguaglianze, Laterza, 2000;
- Gallino, Tecnologie di massa e ignoranza nella società della conoscenza, Journal of Science Communication, SISSA – International School for Advanced Studies, 2007;
- Gallino, Disuguaglianze globali: come si producono.
Foto: “Luciano Gallino” (CC BY-NC-ND 2.0) by GG.