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Un incontro straordinario può trasformare un viaggio in treno di un caldo sabato di luglio in un’esperienza unica. Ed è quanto accaduto sabato 4 luglio a cinquanta giovani imprenditori sociali selezionati dal Social Enterprise World Forum 2015, che hanno avuto l’opportunità di intrattenersi in una carrozza del Frecciarossa Milano-Napoli con un uomo che la storia l’ha scritta cambiando i paradigmi economici del proprio Paese: Muhammed Yunus. Tale iniziativa è da considerarsi il momento culminante del Social Enterprise World Forum 2015 svoltosi a Milano dal 1 al 3 luglio, ed è stata realizzata grazie alla collaborazione di Ferrovie dello Stato Italiane con la Fondazione ItaliaCamp.
Fonte: microworld.org
In periodo di Ramadan (né cibo né acqua per lui), Yunus ha incontrato per più di tre ore giovani imprenditori sociali, dialogando, confrontandosi e fornendo loro consigli, ispirazioni e messaggi per i loro modelli attuali e futuri di impresa, dando vita ad uno storytelling itinerante sull’impresa sociale. Ha spronato i suoi compagni di viaggio, suggerendo di “pensare a se stessi come individui capaci di creare lavoro piuttosto che in cerca di lavoro”, ribadendo come il social business sia “qualcosa per risolvere il problema, non per ottenere un ritorno economico”. All’arrivo a Napoli, in un breve evento allo store “Feltrinelli Express” della stazione partenopea, il professor Yunus ha sottolineato come:
“Normalmente i Paesi funzionano come un treno con una locomotiva che traina il convoglio. Il microcredito, invece, fa in modo che ogni singolo vagone sia autonomo. Se lo si stacca dalla locomotiva, può continuare a viaggiare da solo, perché ogni essere umano è un motore creativo”.
La giornata è proseguita a Scampia, dove Yunus ha incontrato una delegazione di imprenditori sociali campani nel ristorante “Chikù – Gastronomia, Cultura e Tempo Libero” di Scampia, il primo ristorante Italo – Rumeno del Paese. Protagoniste dell’iniziativa − organizzata dalla cooperativa “Project Ahead”, specializzata nello start up d’impresa e nella realizzazione di iniziative di innovazione sociale – svoltasi nella giornata di sabato 4 luglio sono state cinque imprese sociali del territorio napoletano, e in particolare di Scampia. Dall’associazione di promozione sociale “Chi Rom e… Chi no” − che con la nascita dell’impresa sociale “La Kumpania” ha dato vita all’esperienza del ristorante “Chikù” − all’agenzia per la promozione della cooperazione “L’Ape” − che si occupa di avvicinare le piccole imprese sociali al mondo della finanza − , dalla cooperativa sociale “L’Uomo e il Legno” − un incubatore d’impresa per soggetti disagiati, in particolare tossicodipendenti − alla cooperativa “La Roccia”, un centro produttivo artigianale che realizza prodotti di sartoria e cartotecnica. All’iniziativa ha partecipato anche Rosario Esposito La Rossa, cugino di Antonio Landieri, un ragazzo disabile ucciso nel 2004 durante la Faida di Scampia, che con la casa editrice “Marotta e Cafiero” realizza libri “pizzo free”.
Fonte: adb.org
L’economista bengalese, a conclusione dell’incontro, ha detto agli imprenditori sociali presenti che “Scampia è una zona ‘lavoro free’, a Scampia non c’è lavoro e voi siete gli imprenditori, coloro che il lavoro devono crearlo. Se qui non c’è prospettiva di lavoro, voi dovete pensarla e progettarla, trasformando i problemi in opportunità per il futuro”.
Il premio Nobel per la Pace ha insistito sul fatto che “Scampia ha bisogno di un brand per ripartire e per scacciare la disoccupazione, ha bisogno di un nome accattivante come ‘Città del Futuro’, un’idea che abbia potere d’attrazione”.
La due giorni partenopea ha fatto tappa, nella giornata di domenica 5 luglio, in altri due quartieri storici e dalla realtà complessa: il Rione Sanità e i Quartieri Spagnoli; qui, grazie alla caparbietà, all’impegno e alla dedizione di alcuni, il cambiamento sociale da utopia si sta trasformando in possibilità. Alla Sanità, Yunus ha potuto ammirare il patrimonio artistico rappresentato dalle Catacombe di San Gennaro, visita resa peculiare dalle speciali guide rappresentate dai ragazzi della Cooperativa “la Paranza”. Ed è proprio il Rione Sanità la culla del progetto “Microcredito al Rione Sanità”: un progetto nato da diversi anni che, ispirandosi all’esperienza di Yunus in Bangladesh, si pone l’obiettivo di dare credito agli abitanti del quartiere non bancabili. Tutto questo, avvalendosi di valide idee progettuali volte alla realizzazione di microimprese, che, unendo il radicamento al territorio e alle sue tradizioni storico-culturali con l’apporto innovativo e creativo dei giovani, possano donare nuova linfa al Rione Sanità, da sempre un laboratorio di idee brillanti. Infine, presso la Fondazione Foqus ai Quartieri Spagnoli, si è tenuto l’incontro tra il Premio Nobel per la pace 2006 e i ragazzi e lavoratori di “Vascitour” − che offre turismo esperienziale attraverso l’uso e la valorizzazione dei “bassi” − la “Cooperativa Lazzarelle” − che mira al reinserimento lavorativo delle donne detenute nella Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli, attraverso la produzione di caffè di ottima qualità − e “Ambiente Solidale”, che opera nel settore della raccolta e del trasporto di rifiuti speciali: materiale hi-tech (computer, monitor, dispositivi informatici), materiali esausti di stampa (cartucce ink-jet, laser, toner, ecc), materiali tessili (abiti usati), telefoni cellulari, oli vegetali, cartoni.
Fonte: NapoliToday.it
Importanti momenti di confronto, che − si auspica − abbiano dato nuovo impulso agli imprenditori e operatori sociali partenopei a proseguire con le proprie attività, ma anche a creare nuove occasioni di incontro, confronto, scambio di informazioni, aumentando così la sinergia e la cooperazione tra le diverse realtà in modo da garantire un impatto ancora più significativo sul territorio. Lo scorso 8 luglio il premio Nobel ha ricevuto anche la cittadinanza onoraria di Bologna, su iniziativa dell’amministrazione locale, alla presenza della Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini e dell’ex premier Romano Prodi. A Bologna il professor Yunus aveva già ricevuto una laurea ad honorem, e nel capoluogo emiliano è stata fondata una Fondazione Grameen. Come riportato nel comunicato stampa del conferimento onorario:
“Muhammad Yunus è riconosciuto come l’ideatore del microcredito moderno”, in quanto “si è attivato per restituire alle persone in povertà la dignità a cui ciascun essere umano ha diritto per il solo fatto di esistere.
È stato in grado di dare fiducia bancaria a persone completamente escluse da questa realtà, mettendo così in discussione alcune regole auree del sistema bancario, provocando un cambiamento di mentalità all’interno della Banca Mondiale, tale da rendere il microcredito uno degli strumenti di finanziamento utilizzati in tutto il mondo per promuovere lo sviluppo economico e sociale”. Nato a Chittagong, importante porto mercantile del Bengala Orientale, consegue la laurea in Economia e, dopo un dottorato di ricerca presso la Vanderbilt University di Nashville, in Tennessee, torna in Bangladesh come direttore del dipartimento di Economia dell’Università di Chittagong. Ponendo particolare attenzione ai bisogni della popolazione del villaggio di Jobra, si rende conto che numerose condizioni di disagio, povertà e sfruttamento possono essere superate con somme di denaro irrisorie, che inizialmente concede a titolo personale. Entusiasmato dal successo di questa iniziativa, decide di fondare nel 1976 la Grameen Bank, un istituto di credito non convenzionale che concede − esclusivamente sulla base della fiducia − prestiti a soggetti esclusi dal tradizionale circuito finanziario. Oltre il 90% dei prestiti è destinato alle donne, tradizionalmente tagliate fuori dai canali per l’accesso al credito, ed è impiegato per l’avvio di attività micro-imprenditoriali, ma anche per l’istruzione dei figli e la costruzione della casa. Il tasso di restituzione si aggira intorno al 98%, ed è un indicatore del successo e della sostenibilità del nuovo paradigma economico da lui avviato.
L’importanza del suo impegno ha ottenuto un riconoscimento pubblico con il conferimento del Premio Nobel per la pace nel 2006. Nell’ultimo decennio, Yunus si è impegnato nella promozione del Social Business: nel suo libro “Un mondo senza povertà”, il premio Nobel ci parla di: “Società per azioni che, al posto della massimizzazione del profitto, pongono al centro della propria azione il conseguimento di obiettivi sociali, e sono possedute e controllate da investitori privati che hanno a cuore temi come la riduzione della povertà, l’assistenza sanitaria per i poveri, la giustizia sociale, la sostenibilità globale e che al posto di un puro profitto finanziario ricercano soddisfazioni di natura psicologica, emozionale e spirituale”. Come riportato nel comunicato stampa: “L’impresa di Social Business, di cui Grameen Bank rappresenta una delle possibili declinazioni, è economicamente e finanziariamente sostenibile, non distribuisce dividendi e i profitti vengono reinvestiti al suo interno, al fine di espandere e migliorare l’attività”.
Per approfondire:
Yunus Muhammad, Un mondo senza povertà, Feltrinelli, 2008