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Giovedì 4 ottobre, presso la Camera dei Deputati, è stato presentato il Rapporto 2018 dell’ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, volto ad illustrare gli avanzamenti intrapresi sul territorio nazionale per il raggiungimento dell’Agenda 2030, sottoscritta a settembre 2015 da tutti i Paesi membri delle Nazioni Unite al fine di creare un modello sostenibile per il benessere dell’uomo, la salvaguardia degli ecosistemi naturali e una crescita inclusiva.
L’evento è stato aperto da Maria Edera Spadoni, vicepresidente della Camera dei Deputati, poi hanno preso parola Pierluigi Stefanini, Presidente dell’ASviS e Enrico Giovannini, Portavoce dell’Alleanza, il quale ha presentato il Rapporto 2018. L’incontro è stato arrichito dall’intervento del Ministro dell’Economia e delle Finanze Giovanni Tria. A seguire ha avuto luogo la Tavola rotonda “L’impegno delle città e delle regioni per l’Agenda 2030” che ha visto la partecipazione di diversi rappresentanti di amministrazioni regionali e comunali come: Stefano Buffagni, Virginio Merola, Guido Montanari, Giovanni Toti e Nicola Zingaritti.
Per l’attuazione dell’Agenda 2030 sono stati fatti grandi passi in avanti a livello globale, nello specifico l’ASviS si è impegnata su tutto il territorio nazionale, implementando attività di formazione e sensibilizzazione, come il Festival dello Sviluppo Sostenibile, che ha portato a risultati concreti coinvolgendo svariati stakeholders. Ad ogni modo, il dato di maggior rilievo che è emerso dal Rapporto 2018 è che ci sono molte contraddizioni e segnali negativi, non solo in Italia ma anche nel resto del mondo. Aumentano le disuguaglianze a favore dei ricchissimi, continua il degrado ambietale e ci sono ancora 68,5 milioni di persone rifugiate o sfollate e 28 milioni di migranti ambientali.
L’Italia mostra segni di miglioramento solo su otto dei 17 Obiettivi fissati dall’Onu, quali: alimentazione e agricoltura sostenibile (Goal 2), salute (Goal 3), educazione (Goal 4), uguaglianza di genere (Goal 5), innovazione (Goal 9), modelli sostenibili di produzione e di consumo (Goal 12), lotta al cambiamento climatico (Goal 13), cooperazione internazionale (Goal 17). Per le seguenti aree: povertà (Goal 1), condizione economica e occupazionale (Goal 8), disuguaglianze (Goal 10), condizioni delle città (Goal 11) ed ecosistema terrestre (Goal 15) la situazione è peggiorata mentre l’adamento sui quattro Obiettivi restanti non ha subito variazioni.
La strada da fare è quindi ancora lunga, inoltre come ha ricordato Giovannini, alcuni target hanno una scadenza al 2020 e non al 2030 è pertanto necessario agire in fretta e in modo sistemico. La società civile è sempre più consapevole dell’importanza dello sviluppo sostenibile; il mondo del business privato sta cambiando prospettiva, adottando una strategia d’impresa che si avvale di una visione a lungo termine, in grado di agevolare la collaborazione tra le parti; anche la finanza sostenibile e responsabile sta diventando più consistente. L’anello mancante è quindi il ruolo svolto dalla politica che per una tenuta democratica del paese dovrebbe contrastare conflitti e dualismi, e favorire invece partnership, elemento chiave per costruire un futuro proficuo e sostenibile.
L’ASviS rivolge il suo appello alle forze politiche e chiede un forte impegno per attuare un’efficace Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile. Oltre alle numerose proposte l’Alleanza chiede inoltre di inserire nella Costituzione il principio dello sviluppo sostenibile, come hanno fatto altri paesi europei, per garantire la tutela delle generazioni future ed avere l’obbligo di sviluppare modelli per soluzioni adeguate e orientate al raggiungimento degli SDGs. L’Italia dovrebbe operare sulla strada dello sviluppo sostenibile affinchè anche l’Unione europea si impegni per attuare l’Agenda 2030 nella sua nuova strategia di medio termine.
Durante l’incontro il Ministro Tria ha aperto il suo intervento suddividendo la sostenibiità in quattro temi, strettamente legati tre loro: sostenibilità sociale, sostenibilità finanziaria, sostenibilità di breve e di lungo periodo. Bisognerebbe sviluppare delle policy cooerdinate e coerenti basandosi sul fatto che c’è trade-off tra le quattro. Il Ministro ha affermato che si deve intervenire sulla povertà e sulle disuguaglianze attraverso una crescita inclusiva, ha poi sottolineato che senza inclusività non c’è alcuna crescita. Sono necessari investimenti privati e pubblici a favore del progresso tecnologico e all’implemetazione di progetti in grado di portare avanti lo sviluppo sostenibile.