- Istruitevi gli uni gli altri - 7 May 2017
La testimonianza di Suor Lucia alla Notte del Lavoro Narrato 2017.
Il 28 aprile 2017 alle ore 20.00, il piccolo basso di via dei Cinesi, consegnato dal Comune alla Parrocchia di S. Severo alla Sanità e gestito dall’associazione Onlus Adda Passà ‘a Nuttata per attività di animazione, si è aperto all’iniziativa organizzata dal CED − Center for Economic Development & Social Change − per presentare, condividere e continuare a riflettere sull’esperienza del Progetto Microcredito al Rione Sanità.
È un incontro mite, che osa la propria parola, il proprio pensiero, il proprio sentire i conflitti, la complessità che investe la vita concreta, feriale, ordinaria di tutti noi, che racconta gli sforzi quotidiani per un processo di sviluppo e la protezione dell’ambiente.
Sentiamo che l’esperienza del microcredito non s’improvvisa. Bisogna costruirla ed esige riflessione, cambiamento di abitudini, disciplina e impegno. Antonio Montieri e Lucio Desiderio, superando ogni formalità, comunicano che il cambiamento fuori di noi può succedere solo nel momento in cui un certo tipo di violenza si rompe nella nostra vita, si mettono in discussione i principi su cui si era misurata fino a un certo tempo la vita, si aprono gli occhi su quella forma di addomesticamento che crea a ritmo continuo possibilità e cose, economia e ricchezza, che catturano la mente e costringono l’esistenza all’interno di un quadro prefissato, controllata dall’offerta esorbitante del mercato.
Stasera si parla di volti, contesti, pensieri che hanno inciso nella storia personale, nello spirito, interpellando e facendo nascere una nuova modalità di rapportarsi al mondo e all’economia.
Testimonianze come quelle di Davide D’Errico, Antonio Caiafa, Sergio Sorrentino e Maria Laura Mazza si alternano gradevolmente ai momenti artistici grazie alla moderazione informale di Andrea Gatto. I racconti si intrecciano bene con la recitazione di Chiara Esposito, la chitarra di Gianluigi Elia e la voce di Valeria Esposito D’Onofrio. Ci hanno impegnati in una sorta di memoria, per cui continuiamo a promettere, impegnare noi stessi al futuro nel senso del debito e del legame che ci unisce a chi ci ha preceduti, ma anche alle generazioni future.
Mi sembra che la riflessione di questa sera sia uscita dallo scontato, dalla visibilità a qualsiasi costo, per entrare in un rapporto vitale con le nostre domande profonde, quelle che la gente e questo territorio ci pongono.
Anche alla Sanità siamo spesso gettati fuori di noi stessi dai troppi stimoli, dalle troppe cose gridate, che rischiano di occultare i problemi. Abbiamo bisogno di entrare lentamente in amicizia con l’ambiente e di coltivare un sapere amico della vita.
La porta aperta del basso, piccolo ma luminoso, fin dopo mezzanotte (sulle nostre stradine non è comune) ci dice di fare esercizio di libertà responsabile all’altezza della propria umanità senza compromessi e cedimenti.
Anche l’aperitivo essenziale, delicatissimo e differente, offerto da due attività vicine alle scelte del microcredito – per le quali sono intervenuti Ciro Oliva, della Pizzeria Oliva – da Carla e Salvatore, e Ginevra de Maria e Roberto Frattini, proprietari di Non solo da bere – La bottega dei sapori − indica uno stile.
Sento che questa serata ci regala la direzione necessaria per la costruzione di una nuova forma di convivenza umana e per istruirci gli uni gli altri.
Anche la nostra amica Tiziana Venittelli, dell’Università di Napoli “Parthenope”, partendo dall’esperienza del microcredito che si diffonde grazie al lavoro di Grameen Bank − la “banca villaggio” fondata nel 1976 da Muhammad Yunus in Bangladesh per concedere prestiti e supporto organizzativo ai più poveri, riuniti in gruppi di beneficiari (Solidarity Group), tradizionalmente esclusi dal sistema di credito tradizionale − ci conferma nella sapienza di orientare, aprire strade e cammini mettendo in movimento un’immaginazione creatrice, che pensa e dà forma a ciò che non c’è ancora.
Nella quotidianità è necessario usare un linguaggio trasgressivo che va oltre le regolamentazioni sociali, le consuetudini, le strade segnate dall’usura, dall’illegalità, dal potere. Questo processo conosce i tempi lenti della gratuità e della bellezza del dono ed è necessario e generativo.