Il Design Sistemico per lo sviluppo sostenibile: progetto di abitazione per il villaggio rurale di Ahuacuotzingo, Guerrero, Messico

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Location of Guerrero, in Mexico. (CC BY-SA 3.0) by TUBS

Location of Guerrero, in Mexico.

 

Il progetto è stato presentato alla Fourth International Conference on Sustainable Development, 16-17 September 2016, Rome, Italy, con il titolo “Systemic Design for the Houses Of Ahuacuotzingo, Guerrero. Mexico.”

 

Il Design Sistemico è una disciplina che analizza e progetta le relazioni, i flussi e gli elementi di un sistema. Si pone l’obiettivo di creare un modello sostenibile in grado di produrre benessere per i singoli soggetti e la comunità. Tra le possibili applicazioni, la progettazione sistemica è una valida alternativa per contribuire allo sviluppo sostenibile delle comunità rurali. Il miglioramento della qualità delle condizioni di vita di piccole e diffuse realtà deve partire dalle comunità stesse, utilizzando i mezzi e le risorse che queste hanno a disposizione al loro interno e sul proprio territorio di appartenenza.

 

Situazione attuale nello stato messicano di Guerrero

Un fenomeno diffuso tra i paesi in via di sviluppo è la disuguaglianza tra crescita economica, sociale e talvolta ambientale e istituzionale tra le diverse aree di una stessa nazione.

 

 

In Messico, all’inizio del ventesimo secolo, la conquista della democrazia e di una politica stabile ha migliorato il benessere della popolazione, soprattutto nel settore dell’istruzione, della sanità e dell’occupazione. L’incremento di questi fattori è ricaduto soprattutto nelle zone urbane, a discapito delle aree rurali: secondo l’Organisation for Economic Cooperation and Development (OECD), il 20% più ricco della popolazione guadagna, infatti, importi pari a tredici volte (e oltre) le somme guadagnate dal 20 percento più povero.

 

Guerrero è tra gli stati del Messico a riversare in condizioni peggiori: a conferma di tale situazione, oltre a indici di tipo esclusivamente economico, possiamo considerare misurazioni come quella proposta dall’Indice di Sviluppo Umano (ISU o HDI), un indicatore sviluppato nel 1990 dal programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo; l’ISU, nel valutare la qualità della vita di una popolazione, non solo prende in considerazione aspetti economici e monetari, come il PIL, ma anche la speranza di vita, il livello di istruzione, lo standard di vita, la difesa dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile delle risorse territoriali.

La condizione di povertà è riscontrabile soprattutto nelle aree rurali delle zone montuose. Ahuacuotzingo è uno dei villaggi della regione della Montaña; la sua popolazione è principalmente contadina (figura 1), il tasso di disoccupazione è piuttosto elevato e buona parte degli abitanti non è occupata in posti di lavoro ufficiali.

Figura 1. Percentuale di popolazione occupata.

Figura 1: Percentuale di popolazione occupata.

 

Al fine di proporre uno studio sulla situazione attuale, è necessario effettuare un rilievo olistico (figura 2): in questo caso, il focus si concentra sulla condizione abitativa della maggior parte della popolazione. All’interno delle abitazioni si possono identificare tre principali flussi: il primo legato al cibo, il secondo all’acqua e il terzo all’energia elettrica; i flussi e le relazioni tra gli elementi della casa definiscono il sistema.

Figura 2. Rilievo olistico.

Figura 2: Rilievo olistico.

 

Dall’analisi degli input e degli output (figura 3) emergono diverse criticità: consumo di prodotti di bassa qualità, 70 percento dei rifiuti organici in discarica, utilizzo di detergenti di sintesi, WC tradizionale con elevato impiego di acqua, scarico diretto nel fiume dei reflui domestici.

Figura 3. Analisi input e output.

Figura 3: Analisi input e output.

 

La possibilità di sviluppo

Il “sistema casa” è fortemente connesso al soggetto che vive al suo interno, il quale a sua volta è influenzato dall’ambiente circostante, che ne delinea il profilo socioculturale e comportamentale: infatti, sono le conseguenze dell’agire umano a causare le diverse problematiche ambientali. Nel caso dell’alimentazione, le scelte del singolo soggetto hanno un forte impatto sulla condizione di benessere e qualità della vita: queste comprendono anche tutti quegli alimenti definiti junk food in inglese (in spagnolo chatarra, cibo spazzatura), i quali, oltre a incidere sul peggioramento delle condizioni di salute e di vita, danneggiano anche l’economia locale.

A tal proposito, ad Ahuacuotzingo, dopo i primi anni novanta, si è registrato un generale abbandono dell’agricoltura da parte dei più giovani, e di conseguenza il paese non è riuscito a migliorare il suo status economico; infatti, è bene ricordare che l’agricoltura è la base su cui poggiano società ed economia: il contadino è in grado creare ricchezza a partire dagli elementi grezzi che la natura è in grado di offrire. Le comunità rurali, quindi, hanno insito il potere di potersi reinventare con le risorse del proprio territorio: la creazione di una rete di relazioni tra singoli contadini, artigiani e produttori, è in grado di generare nuove forme occupazionali come cooperative, microimprese e organizzazioni locali. Sostenere le piccole produzioni aumenta il valore economico della zona, e la consapevolezza dell’identità sociale della comunità.

Per le altre necessità ambientali evidenziate, bastano piccoli interventi alla portata degli abitanti di Ahuacuotzingo: la corretta gestione degli scarti organici; l’autoproduzione di beni non alimentari, come saponi e detergenti di origine biologica; sistemi ecologici di depurazione delle acque reflue, oltre che l’introduzione di sanitari a secco.

 

L’approccio sistemico

Il design sistemico, oltre a favorire lo sviluppo del territorio, ha l’obiettivo di creare un modello sostenibile in grado di non generare rifiuti. Prendendo ispirazione dalla natura, il risultato di ogni processo non è considerato come scarto ma, in base alle sue caratteristiche, è parte integrante dell’ecosistema. Tra gli output analizzati del “sistema casa”, le possibilità di utilizzo degli scarti organici sono molteplici: trasformazione del cibo in marmellate, semi tostati e zuppe, grazie a nuove modalità di cottura e preparazione; conservazione dei semi per le future coltivazioni; conversione in cibo per animali; creazione di saponi e detergenti di origine biologica; piccole composizioni artigianali; produzione di compost e biogas, attraverso l’utilizzo di impianti di biodigestione in grado di recuperare energia dagli scarti; infine, il riutilizzo della cenere prodotta dalla combustione della legna per cucinare, con cui si possono coprire i rifiuti solidi nel wc a secco (compost toilet).

Per far fronte alle problematiche legate al ciclo dell’acqua, le soluzioni prevedono l’introduzione di sistemi di depurazione tramite i biosand filter (figura 4), la cui efficacia e applicabilità sopperisce alla mancanza di infrastrutture. È opportuno anche considerare l’acqua meteorica: infatti, lo stoccaggio della pioggia (figura 5) è una pratica che andrebbe incentivata in tutte quelle parti del mondo in cui è possibile realizzarla.

Figura 4. Filtro biosand. Figura 5. Stoccaggio acqua meteorica.

Figura 4: Filtro biosand.                             Figura 5: Stoccaggio acqua meteorica.

 

Secondo una stima dell’Onu, entro il 2025, 1,8 miliardi di individui vivranno in paesi o regioni colpiti da scarsità d’acqua. Due terzi della popolazione mondiale potrebbero vivere in condizioni di crisi idrica” (Achim Steiner, introduzione a Gunter Pauli, 2010).

 

A tal proposito, gli impianti di fitodepurazione (figura 6 e figura 7) rappresentano un metodo sempre più diffuso e facilmente gestibile per depurare le acque grigie in maniera del tutto naturale, riproducendo il principio dei processi fisici, chimici e biologici di auto-depurazione del sistema suolo-piante-microrganismi tipico degli ambienti acquatici e delle zone umide naturali.

Figura 6 e figura 7. Impianto di fitodepurazione delle acque grigie.

Figura 6 e figura 7: Impianto di fitodepurazione delle acque grigie.

 

L’applicazione del design sistemico, in questo caso, non comporta un cambiamento radicale della situazione attuale: infatti, oltre alle modifiche tecniche dovute all’introduzione di qualche basilare impianto di facile realizzazione, il vero punto di svolta, per lo sviluppo sostenibile, è il cambiamento dello stile di vita dei cittadini.

 

Conclusioni

A determinare l’aumento di valore del progetto sistemico sono, quindi, le relazioni che si stabiliscono tra le attività all’interno delle abitazioni e l’ambiente circostante: il sistema è creato, e sostenuto, dai legami che si instaurano tra tutti gli elementi che lo compongono (figura 8 e figura 9).

Figura 8 e figura 9. Esempio di Design Sistemico: relazioni tra abitazione e ambiente circostante (input e output).

Figura 8 e figura 9: Esempio di Design Sistemico – relazioni tra abitazione e ambiente circostante (input e output).

 

La realizzazione di una soluzione per rendere una comunità rurale resiliente, che sia in grado di produrre in autonomia almeno la maggioranza di ciò che consuma, significherebbe creare alternative per lenire gli effetti di crisi come quella attuale e shock esogeni. Anche una realtà come Ahuacuotzingo, riappropriandosi del suo territorio e delle sue tradizioni, romperebbe la dipendenza da alcuni dei mercati integrati a livello internazionale, che spesso si traduce in una nuova forma di colonialismo: una società autosufficiente, infatti, è meno vulnerabile e maggiormente resistente di fronte a crisi economiche, sociali, ecologiche e istituzionali di livello internazionale o globale.

Come suggeriva l’attivista statunitense Jane Jacobs:

 

Le attività produttive e commerciali dovrebbero essere intimamente commiste con l’abitazione”. Creare nuove opportunità di business a livello territoriale può generare imprese a sostegno di un’economia locale ma solida, in quanto basata sulle relazioni e sui bisogni reali della cittadinanza.

 

Questo progetto di Design Sistemico dimostra che una comunità rurale, quindi, può essere in grado di generare benessere, migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti e influire positivamente sull’ambiente circostante. Mostrare i benefici risultanti dal cambiamento della situazione attuale implica anche, e soprattutto, un aumento dell’interesse da parte dei soggetti direttamente coinvolti: come spesso accade, l’applicazione di buone pratiche e abitudini virtuose innesca una visione sistemica di lungo termine, che funge da ispirazione per altre comunità disposte a contribuire ad soluzioni per percorsi di sviluppo sostenibile.

 

Per approfondire

 

Foto:Location of Guerrero, in Mexico. (CC BY-SA 3.0) by TUBS

About Marianna Marozzi

Ha conseguito una laurea in Design Industriale e Ambientale, e una laurea magistrale in Ecodesign presso il Politecnico di Torino. Ha collaborato con due differenti ONG locali a Timor Est. Attualmente è stagista all'Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale-UNIDO.

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